MESSAGGIO PATRIARCALE PER IL NATALE 2017

 

Autore Padre Sergio, 30 dic.2017

+ B A R T O LO M EO

PER GRAZIA DI DIO ARCIVESCOVO DI COSTANTINOPOLI,

NUOVA ROMA E PATRIARCA ECUMENICO

A TUTTO IL PLEROMA DELLA CHIESA

GRAZIA, MISERICORDIA E PACE

DA CRISTO SALVATORE NATO A BETLEMME

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Amati Fratelli in Cristo e Figli prediletti,

 

Per grazia di Dio siamo stati resi degni di giungere ancora una volta alla grande festa della Nascita secondo la carne del Logos Divino, che è venuto nel mondo per offrirci lo “stare bene”[1], la liberazione dal peccato, dalla schiavitù delle opere della legge e dalla morte, per donarci la vita in verità e la grande gioia, che “nessuno ce la toglie”[2].

 

Accogliamo il “Dio perfettissimo”[3], che “l’amore ha portato sulla terra”[4], che è divenuto per noi “anche più consanguineo di noi stessi”[5]. Il Dio Logos che si è svuotato, discende nella sua creatura decaduta “condiscendenza ineffabile e inconcepibile”[6]. L’incontenibile a tutto”, è contenuto nel seno della Vergine, il grande è presente nelle piccole cose. Questo grande comandamento della nostra fede, il come il Dio sovraessenziale “sia divenuto uomo a favore dell’uomo”[7], rimane un mistero oscuro. “Il grande mistero della divina Incarnazione, rimane sempre un mistero”[8].

 

Questo fatto strano e paradossale, “che è stato nascosto da secoli e da generazioni”[9], è il fondamento della divinizzazione per grazia dell’uomo. “In nessun altro c’è salvezza; poiché non vi è altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati”[10].

 

Questa è la più eccelsa verità salvifica per l’uomo. Apparteniamo a Cristo. Tutto è unito a Cristo. In Cristo la nostra natura corrotta viene riplasmata, a Sua immagine viene ristabilita e si apre per tutti gli uomini la via a Sua somiglianza. Mediante l’assunzione da parte del Logos Divino della natura umana, si fonda l’unità del genere umano per il comune destino divino e per la comune salvezza. Non si salva quindi solo l’umanità, ma tutto intero il creato. Come la caduta dei Progenitori trascina con sé tutta la creazione, così anche l’Incarnazione del Figlio e Logos di Dio riguarda l’intero universo. “Libera è la creazione, e figli della luce quanti erano primi ottenebrati”[11]. San Basilio ci chiama a festeggiare la Santa Nascita di Cristo, come la “comune festa di tutto il creato”, come “liberazione del mondo, il genetliaco dell’umanità”[12].

 

Si ode “Cristo è nato”, purtroppo ancora una volta in un mondo pieno di violenze, di pericolosi antagonismi, di diseguaglianze sociali e di violazione dei fondamentali diritti umani. Nel 2018 si compiono settant’anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, la quale, dopo le tremende esperienze e catastrofi della Seconda Guerra Mondiale, diede risalto ai più alti ideali comuni, che devono essere rispettati fermamente da tutti i popoli e stati. Tuttavia, l’inosservanza di questa Dichiarazione continua, mentre vari abusi e calcolate interpretazioni dei diritti dell’uomo minano il loro rispetto e la loro realizzazione. Continuiamo a non venire istruiti dalla storia o a non voler esserne istruiti. Neppure le tragiche esperienze di violenza e l’umiliazione dell’essere umano, né la dichiarazione di alti ideali, ha impedito il proseguimento della violenza e delle guerre, l’apoteosi della forza, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Né, naturalmente, il potere dei mezzi tecnici e le conquiste straordinarie della scienza, né il progresso economico, hanno portato giustizia sociale e la pace bramata. Al contrario, nella nostra epoca l’eudemonismo dei detentori è aumentato e la globalizzazione distrugge i patti della coesione sociale e della pace.

 

La Chiesa non può ignorare queste minacce contro l’essere umano. “Nulla, infatti, vi è di così sacro quanto l’uomo, al quale Dio si è unito con la natura”[13]. Lottiamo per l’uomo, per la salvaguardia della libertà e della giustizia, nella consapevolezza che “veramente la pace viene da Dio”[14], che il mistero sovrarazionale dell’Incarnazione del Logos di Dio e della divinizzazione per grazia dell’uomo rivela la verità riguardo alla libertà e al destino divino dell’uomo.

 

Viviamo nella Chiesa la libertà, da Cristo, in Cristo e verso Cristo. Al nocciolo di questa libertà appartiene l’amore, che “non cerca il proprio interesse”[15], l’amore “da un cuore puro”[16]. Mentre l’uomo indipendente, autocosciente e autosufficiente, autodivinizzato ed autoesaltato gira attorno a se stesso, alla propria beatitudine autocompiacente e vede l’altro, come una limitazione della propria libertà, la libertà in Cristo si indirizza verso il fratello, si muove verso il prossimo, si avvera nell’amore. Il compito del fedele non è la rivendicazione di diritti, ma di “compiere e fare i precetti di Cristo”[17] in umiltà e gratitudine.

 

Questa verità della vita in Cristo, della libertà in quanto amore e dell’amore in quanto libertà, è la prima pietra e la garanzia per il futuro dell’umanità. Confidando su questo principio ispirato da Dio, possiamo affrontare le grandi sfide del presente, le quali minacciano non solo il vivere bene, ma anche lo stesso vivere dell’umanità.

 

Anche il Santo e Grande Sinodo della Chiesa Ortodossa (Creta 2016) ha messo in rilievo la verità del “Dio-Uomo”, come risposta all’odierno “uomo-dio” e per proclamare il destino eterno dell’uomo: “La Chiesa Ortodossa davanti al contemporaneo “uomo-dio” afferma il “Dio-Uomo” come misura ultima di tutte le cose. ‘Non parliamo di un uomo che è stato divinizzato, ma di Dio che si è fatto uomo’ (Giovanni Damasceno – Esposizione esatta della Dottrina ortodossa III, 2 PG 94,988). La Chiesa rivela la verità salvifica del Dio-Uomo e il Suo Corpo, la Chiesa, come luogo e modo di vita in libertà, ‘come un confessare la verità nell’amore’ (Ef 4,15), e come una partecipazione, anche ora sulla terra, nella vita del Cristo risorto.”[18]

 

L’Incarnazione del Logos di Dio è la attestazione e la certezza che lo stesso Cristo dirige la storia, come un cammino verso il Regno delle Cose Ultime. Naturalmente il cammino della Chiesa verso il Regno, che non viene realizzato lontano o indipendentemente dalla realtà storica, delle sue contraddizioni e delle sue vicissitudini, non è mai stato senza difficoltà. In mezzo a esse, la Chiesa testimonia riguardo alla verità e compie la sua opera santificante, pastorale e trasfigurante. “La verità infatti è colonna e fondamento della Chiesa… Colonna dell’Universo è la Chiesa, … ed è un mistero, sia grande, e sia un mistero di fedeltà”[19].

 

Fratelli e Figli nel Signore,

 

Festeggiamo insieme, col desiderio che il Logos di Dio abiti in noi, con esultanza e colmi di gioia, le feste dei Santi Dodici Giorni. Auguriamo dal Fanar, che il nostro Signore e Salvatore, incarnato e disceso tra la stirpe degli uomini, doni a tutti durante il nuovo anno della Sua bontà, salute fisica e spirituale, pace e amore vicendevole, che custodisca come si deve la Sua Santa Chiesa e benedica le opere della sua diaconia, per glorificare il santissimo e lodatissimo Suo nome.

 

 

Natale 2017

Il Patriarca di Costantinopoli

Fervente intercessore presso Dio per tutti

 

 

 

[1] Gregorio il Teologo, Logos XXXVIII, sulla Teofania, e quindi sulla Nascita del Salvatore, III PG. 36,313.

[2] Gv. 10,18.

[3] Doxastikon degli Aposticha del Grande Vespero di Natale.

[4][4] Nicola Kavasilas, La Vita in Cristo, VI, PG 150,657.

[5][5] Op.cit. VI, PG 150,660.

[6] Giovanni Damasceno, Edizione perfetta sulla fede Ortodossa, III,1 PG 94,984.

[7] Massimo Confessore, Diversi Capitoli Teologici ed Economici sulla virtù e sul male, 101°, 12, PG 90,1184.

[8] Op.cit.

[9] Col. 1,26.

[10] Atti, 4,12.

[11] Katavasia Giambica della Teofania, Ode VIII.

[12] Basilio il Grande, Omelia sulla Santa Nascita di Cristo, PG 31, 1472-73.

[13] Nicola Kavasilas, La Vita in Cristo, VI, PG 150,649.

[14] Giovanni Crisostomo, Omelia ai Corinti, Omelia I, 1, PG 61,14.

[15] 1 Cor.13,5.

[16] 1 Tim. 1,5.

[17] Theotokion degli Aposticha delle Lodi del 12 Ottobre.

[18] Enciclica del Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa. Cap. 5, § 10.

[19] Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Lettera a Timoteo I, Omelia XI, PG  62,554.